Placebo75
2007-11-25 02:36:34 UTC
Lo dico subito, il film non mi ha convinto anzi, mi è parso niente di più,
niente di meno, che un albo (qualsiasi) di Dylan Dog.
Sarà che quelli della Bonelli attingono sempre a piene mani da King &
affini, ma per un film credo sia un limite non da poco sembrare un albo
mensile di un fumetto.
Premetto che non ho letto il libro del maestro del brivido cartaceo, quindi
non posso fare raffronti, ma questo 1408 ha un inizio banalotto, un proseguo
che avrebbe potuto prendere mille strade, ma che alla fine sceglie la più
sicura, quella dell'esaltazione dell'eroe con un finale dove il bene trionfa
senza problemi di sorta e senza spiegare un bel niente col protagonista che
inveisce a caso e non si sa bene con chi ce l'abbia.Eppure i modi per
rendere più interessante il tutto erano tanti. Le scene di paura sono più un
diversivo che tasselli di un mosaico sensato.
Il film, per dirla grezzamente, va 'in vacca' negli ultimi minuti, dopo
momenti interessanti. Un paio di scene mi hanno fatto rizzare i peli come
non accadeva da tempo. Una falsa sorpresa a trequarti della pellicola non
basta per niente a dare linfa a un film che nel finale crolla con
avvenimenti frettolosi, a caso e poco sensati, ma questo credo sia il male
del 99% dei libri di King tradotti in film.
Il film non dice davvero nulla di nuovo, tematica ritrita dove
l'appartamento si sostisuisce alle tante case infestate sfidate dal
protagonista laddove lo scontro si tramuta in una lotta con se stesso e i
propri spettri dolorosi del passato.
Lo sviluppo della pellicola è 'telefonato' (=prevedibile).
Il tutto regge sulle spalle di uno straordinario Cusack, attore bravissimo
destinato a breve a finire sull'Olimpo dei pochi grandi, anche se, imho, c'è
già. Come per A Secret Window, con un altro attore il fim sarebbe stato
inevitabilmente mediocre.
In conclusione: film discreto e ben fatto, 'sputtanato' nel finale con un
paio di scene notevoli e un grande attore a guidarlo.
niente di meno, che un albo (qualsiasi) di Dylan Dog.
Sarà che quelli della Bonelli attingono sempre a piene mani da King &
affini, ma per un film credo sia un limite non da poco sembrare un albo
mensile di un fumetto.
Premetto che non ho letto il libro del maestro del brivido cartaceo, quindi
non posso fare raffronti, ma questo 1408 ha un inizio banalotto, un proseguo
che avrebbe potuto prendere mille strade, ma che alla fine sceglie la più
sicura, quella dell'esaltazione dell'eroe con un finale dove il bene trionfa
senza problemi di sorta e senza spiegare un bel niente col protagonista che
inveisce a caso e non si sa bene con chi ce l'abbia.Eppure i modi per
rendere più interessante il tutto erano tanti. Le scene di paura sono più un
diversivo che tasselli di un mosaico sensato.
Il film, per dirla grezzamente, va 'in vacca' negli ultimi minuti, dopo
momenti interessanti. Un paio di scene mi hanno fatto rizzare i peli come
non accadeva da tempo. Una falsa sorpresa a trequarti della pellicola non
basta per niente a dare linfa a un film che nel finale crolla con
avvenimenti frettolosi, a caso e poco sensati, ma questo credo sia il male
del 99% dei libri di King tradotti in film.
Il film non dice davvero nulla di nuovo, tematica ritrita dove
l'appartamento si sostisuisce alle tante case infestate sfidate dal
protagonista laddove lo scontro si tramuta in una lotta con se stesso e i
propri spettri dolorosi del passato.
Lo sviluppo della pellicola è 'telefonato' (=prevedibile).
Il tutto regge sulle spalle di uno straordinario Cusack, attore bravissimo
destinato a breve a finire sull'Olimpo dei pochi grandi, anche se, imho, c'è
già. Come per A Secret Window, con un altro attore il fim sarebbe stato
inevitabilmente mediocre.
In conclusione: film discreto e ben fatto, 'sputtanato' nel finale con un
paio di scene notevoli e un grande attore a guidarlo.