Jack Torrone
2008-01-07 09:20:56 UTC
Mi sono avvicinato al remake di Halloween con più di una perplessita'.
La prima e' la solita che mi pervade ad ogni remake, in questo caso di
un capolavoro. Mi chiedo sempre se sia possibile lasciare inalterato il
fascino del vecchio, di rileggere il mito senza snaturarlo.
La seconda perplessità era su Rob Zombie: non che non sia bravo, non
che i suoi film precedenti non mi fossero piaciuti (tutt'altro), ma
notavo la sua tendenza nel portare i dialoghi e la recitazione un po'
troppo sopra le righe. Nei suoi due film precedenti ciò era funzionale
al tipo di storia, ma in Halloween questo aspetto avrebbe stonato
parecchio, e qui lo dico subito: la recitazione e' piu' che
convincente, persino la signora zombie è perfettamente nella parte.
L’altro aspetto, più spinoso, era il trattare l'infanzia di Myers. Non
so voi ma a me l'idea del trauma infantile, la famiglia difficile
aggiunta a problemi adolescenziali di sorta, capaci di spiegare ogni
sorta di aspetto malvagio, oltre ad essere semplicistica come analisi
ha francamente fracassato i coglioni. Nel caso di un _personaggio
assente_ come Myers il rischio era persino di umanizzarlo, di
togliergli anche metaforicamente la maschera nel mostrare sentimenti,
tentennamenti e debolezze, cosa chiaramente che il baubau dalla
maschera bianca non puo' possedere. Mi sembra che non si voglia
accettare che uno possa essere semplicemente cattivo, che possano
nascere persone deformi nell'animo, che possa esistere il male.
Michael Myers e' il male, questo Zombie fortunatamente non l'ha
scordato.
Non oso quindi immaginare i danni che avrebbero potuto fare se avessero
dato il film in mani maldestre, nel caso migliore avremmo forse
assistito al loffio e inutile finto-prequel di "Non aprite quella porta
l’inizio". Per nostra fortuna Rob Zombie ci sa fare e il suo film non
intacca il mito ma lo riporta ai giorni nostri, e qualitativamente e'
decisamente superiore a tante pellicole dalla trama e idee "originali".
A Rob Zombie invidiavo solo Sheri Moon, ora anche il talento.
La prima e' la solita che mi pervade ad ogni remake, in questo caso di
un capolavoro. Mi chiedo sempre se sia possibile lasciare inalterato il
fascino del vecchio, di rileggere il mito senza snaturarlo.
La seconda perplessità era su Rob Zombie: non che non sia bravo, non
che i suoi film precedenti non mi fossero piaciuti (tutt'altro), ma
notavo la sua tendenza nel portare i dialoghi e la recitazione un po'
troppo sopra le righe. Nei suoi due film precedenti ciò era funzionale
al tipo di storia, ma in Halloween questo aspetto avrebbe stonato
parecchio, e qui lo dico subito: la recitazione e' piu' che
convincente, persino la signora zombie è perfettamente nella parte.
L’altro aspetto, più spinoso, era il trattare l'infanzia di Myers. Non
so voi ma a me l'idea del trauma infantile, la famiglia difficile
aggiunta a problemi adolescenziali di sorta, capaci di spiegare ogni
sorta di aspetto malvagio, oltre ad essere semplicistica come analisi
ha francamente fracassato i coglioni. Nel caso di un _personaggio
assente_ come Myers il rischio era persino di umanizzarlo, di
togliergli anche metaforicamente la maschera nel mostrare sentimenti,
tentennamenti e debolezze, cosa chiaramente che il baubau dalla
maschera bianca non puo' possedere. Mi sembra che non si voglia
accettare che uno possa essere semplicemente cattivo, che possano
nascere persone deformi nell'animo, che possa esistere il male.
Michael Myers e' il male, questo Zombie fortunatamente non l'ha
scordato.
Non oso quindi immaginare i danni che avrebbero potuto fare se avessero
dato il film in mani maldestre, nel caso migliore avremmo forse
assistito al loffio e inutile finto-prequel di "Non aprite quella porta
l’inizio". Per nostra fortuna Rob Zombie ci sa fare e il suo film non
intacca il mito ma lo riporta ai giorni nostri, e qualitativamente e'
decisamente superiore a tante pellicole dalla trama e idee "originali".
A Rob Zombie invidiavo solo Sheri Moon, ora anche il talento.
--
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"Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote
è una delle migliori"
Woody Allen
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"Il sesso senza amore è un'esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote
è una delle migliori"
Woody Allen