Discussione:
da wikipedia
(troppo vecchio per rispondere)
vittorio
2008-05-14 12:13:31 UTC
Permalink
La nascita della formazione letteraria di Vittorio Baccelli, può
essere collocata nel periodo dei suoi studi accademici, come allievo
del filosofo Aldo Testa all’Università di Urbino e di Antonio Russi
docente della Normale di Pisa. Anche se, ad onor del vero, le sue
prime pubblicazioni risalgono a date anteriori. Mi riferisco a “La
città sottile” (1979) che fu il primo libretto della fortunata serie
“Millelire” di Stampa Alternativa di Marcello Baraghini e a “L’anima
delle cose” (1980) edito dalla Tipografica Pistoiese, scritto a
quattro mani con Andrea Bocconi, altro autore oggi, anch’esso
affermato. L’Autore è anche poeta visivo, collagista e mailartista, ma
in questo intervento voglio affrontare solo il suo aspetto letterario:
libri, racconti, poesie, articoli giornalistici e saggi. Il suo primo
successo editoriale è da attribuirsi alle “Storie di fine millennio”
apparse in libreria nel 2000 per i tipi della Prospettiva Editrice di
Civitavecchia. Questo volume raccoglie trenta brevi racconti suddivisi
in tre stanze, racconti usciti non inediti, poiché tutti avevano già
visto la luce su varie riviste letterarie, cartacee o sul web. In
questi racconti l’Autore sembra voler saggiare le varie capacità di
scrittura, si sondano temi e autori, si creano personaggi e situazioni
che verranno successivamente sviluppati in altri libri, in altri
interventi. Il successo di questa agile raccolta (120 pagg.) è dovuto
ad una estrema sintesi e facilità di lettura, che però non deve trarre
in inganno. S’intravede, per il lettore attento, il non scritto,
l’appena abbozzato, sì che questi spazi assumono una valenza
importante per l’opera. Opera che ad oggi ha visto ben sei edizioni ed
è tuttora scaricabile gratuitamente nei formati .pdf e .lit in rete in
vari siti. Ma per andare alle prime esperienze formative di questo
autore bisogna scendere al periodo beat, quando fece parte del gruppo
lucchese Beatnik C.13 e sono di allora le sue prime esperienze
poetiche: nel numero unico “Esperienza 2” troviamo un suo “Kaddish per
Kwannon”:



…si masturbano quotidianamente

idee e genitali

si lasciano alla moda

capelli lunghi

epitaffio

un grano di senape

racchiude in sé

il monte sumeru

si fingono

anarchici

idioti

faggio… scarafaggio

buon vecchio kerouak sbronzo

eternamente…



Seguono numerosi interventi sulla stampa amatoriale dell’epoca,
inserita nel filone della controcultura e della controinformazione. Lo
troviamo anche direttore di due fanzine underground, “Fuck” e “La
rivolta degli straccioni”, ed è anche collaboratore di numerosi fogli
in perenne attesa d’autorizzazione, o numeri unici. È in questo
periodo che nascono i XX canti de “La rosa gialla” raccolti poi
successivamente (2002) in volume per la Montedit di Melegnano. Canti
tra il profetico e la cronaca scritti forse con un occhio rivolto ad
Ezra Pound:

…è un momento estremamente importante

la rosa venuta dall’oriente

e che i savi han tentato di recidere

rimanendo sconfitti

nuovo movimento con membra giovani

in prima linea che parlano d’amore

i potenti covano sensazioni di guerre

la rosa che fiorisce sui più infimi gradini

mai per il ragno nero il riscatto è stato così vicino…



Appaiono poi sui fogli underground anche le sue “45 lezioni sul
vuoto” ove l’Autore si addentra in questo testo nella non razionalità,
attualizzando le Lezioni del monaco poeta Tran Thai Tong, che fu il
primo re della dinastia vietnamita dei Tran (1255-1400). Pur regnando
praticava lo zen. A quarantun anni cedette il trono al figlio Tran
Hoang e si consacrò a una pratica più intensa dello zen. Scrisse due
libri “Thien Tong Chi Nam” (guida per lo zen) e “Khoa Hu” (lezioni sul
vuoto).


Tema

Il pensiero d’ogni giorno è la via.
Commento

Se sei triste dì “Sono triste”, se sei allegro dì “Sono allegro”.
Poema
La pietra preziosa

Per sua natura è immacolata

La sua bellezza non dipende

Dal lavoro dell’orafo

Se non si segue questa strada

Di ritorno

S’abbandona la presa

E si cade nella valle profonda



Dopo il successo delle “Storie di fine millennio”, diverse altre
antologie di racconti vedono la luce per la Prospettiva di
Civitavecchia, per la Nicola Calabria di Patti e per le Edizioni della
Mirandola, stampate queste presso il portale U.S.A. della lulu.com. In
questi racconti si vede ciò che la letteratura fantastica oggi può
dare. L’Autore ha sempre sostenuto di essere in debito con Dino
Buzzati per la costruzione del racconto e con Jeorge Luis Borges per
la nobiltà e la raffinatezza della scrittura. Ma neppure ha
disdegnato autori più popolari e seriali come Stephen King del quale
si è sempre dichiarato appassionato lettore. Nei suoi racconti il
fantastico erompe nel quotidiano, in maniera sempre più importante,
fino ad arrivare a soppiantarlo. Il futuro non è mai una variabile a
se stante, ma risulta sempre vincolato alle pulsioni del presente, e
conserva strette radici con il passato. Come in Borges s’intravede lo
scrittore universale che ha scritto tutto quello che ci perviene dal
passato e che scriverà tutta la letteratura futura. Alcuni suoi
racconti hanno positivamente interessato la critica, tra questi voglio
ricordare: “Le metasfere”, I premio ALIAS 2001; “Zeitgeist”, premio
Quodscripsit, “La strada”, I Premio Fantascienza e dintorni, 2004;
“S.O.S. dallo spazio”.

Una menzione a parte merita “Fortuna” del quale l’Autore ci dice:



A Lucca Comics (allora si chiamava “Salone dei comics”), alla fine
degli anni ’70 nel corso di un’intervista nella quale gli si chiedeva
perché non pubblicasse mai autori italiani e perché le storie di
fantascienza non erano mai ambientate in Italia, Carlo Fruttero che
all’epoca assieme a Lucentini era curatore di Urania, per esprimere
efficacemente il concetto che la fantascienza italiana mai avrebbe
avuto la possibilità di competere con quella americana e, per
proclamare una sorta d’incapacità congenita da parte degli scrittori
italiani ad essere buoni autori di fantascienza, dichiarò
pubblicamente che un disco volente avrebbe plausibilmente potuto
atterrare a New York, a Londra, a Pechino, a Mosca, ma a Lucca mai!

Fu così che in risposta a quanto affermato da Fruttero scrissi il
racconto “Il furto” ove un disco volante atterrava proprio a Lucca!
Questo racconto fu subito pubblicato da Bruno Baccelli su “Re Kong” e
su “La rivolta degli straccioni” che allora editavo. Successivamente
vide la luce su “L’anima delle cose” (di Baccelli e Bocconi,
Tipografica Pistoiese, Pistoia 1980) ed ebbe pure una traduzione in
inglese apparsa non ricordo dove.

Venti anni dopo rimaneggiai il testo che assunse il titolo di
“Fortuna” e apparve su le mie “Storie di fine millennio” (ed.
Prospettiva, 2000 Civitavecchia) ristampate anche dall’OLFA di Ferrara
e dal “Progetto siderurgico” di Rionero sempre nello stesso anno, e
poi trasformate in un e-book ancora scaricabile da diversi siti in
rete. Inoltre Fortuna, sempre nel 2000 apparve nella “Antologia di
Autori Lucchesi”, edita dalla “Cesare Viviani”e anche in “Fantastica
Lucca” nel 2007 sempre edita dalla “Cesare Viviani”.

Da ricordare che l’editrice DELOS ha pubblicato un’antologia di autori
italiani dal titolo “A Lucca mai!”



Riguardo al racconto “Troppo tardi”, vincitore del Racconto della
settimana nel 1998, bandito dal gruppo editoriale Monti, e che fu
pubblicato con diverso titolo (A spasso nel tempo in cerca della pace)
sui quotidiani La Nazione, Il Resto del Carlino e Il giorno, c’è un
parere di Claudio Marabini, consulente editoriale del gruppo, che
voglio interamente proporre: “Quello percorso da Vittorio Baccelli è
un territorio vasto come la letteratura. Da Platone a Pascoli, da
Verne a Welles, da Berto a Calvino si tratta dell’ineffabile contrada
di coloro che hanno voluto immaginare il radicale mutamento delle
regole naturali della vita e della morte. Alcuni hanno praticato tale
fantasia soltanto in una occasione, altri invece per tutta la vita,
producendo li libri su libri, fantasie a catena e scatenando le
risorse più rischiose tra il meraviglioso e l’inverosimile. Due punti
restano fermi: la creazione di un altro mondo e la morte, che chiude
il teatro. Nel racconto di Baccelli i due punti si fondono e il nero
della morte fa pensare al buco nero e luminoso del tolstoiano Ivan
Ilic, una delle più grandi creazioni del russo, aderentissima alla
norma naturale della morte e della fine di tutto. Al di là di questo,
nel racconto ospitato qui vince il senso dello spazio e del tempo, la
cancellazione dei loro parametri e della vita stessa, sino a quella
immobilità che coincide con una fine che è principio. A questo punto
la letteratura svela la sua eterna tensione a rifare l’uomo e il
mondo, palesando l’ottimismo inguaribile di chi insieme persegue
l’azzeramento, nel momento in cui lancia il grido afono della
speranza.”

L’ultima antologia di racconti “La cavalletta non si alzerà più” è
caratterizzata dalla fantasia più sfrenata nella narrazione, è
sicuramente un ulteriore passo in avanti per la letteratura fantastica
italiana. Voglio qui segnalare alcuni racconti presenti nella
raccolta: “Il suo nuovo mezzo”, “Onphalos” e “L’aedo”. Il titolo della
raccolta, mutuato da un versetto biblico, rimanda ad un testo ucronico
che si trova nell’ucronia “La svastica nel sole” di P.K.Dick: e già il
titolo è tutto un programma. L’Autore ha pubblicato anche due romanzi:
“Azulh ® ~ il libro dell’Opificio” e “La profezia di Goethe”.

Nel primo romanzo le vicende si svolgono su un pianeta occupato per
intero da un antico Opificio dismesso dopo che la nanotecnologia ha
reso superflua la produzione degli oggetti; nel secondo romanzo un
improbabile figlio di un dio, il Signore della Casa dei Morti, deve
ricostruire una vita, che forse non è sua, ma è simile a quella dello
scrittore, mentre si trova in un limbo, che ai suoi sensi appare come
un appartamento-cella, ed è in attesa di una nuova rinascita, ad un
livello più alto (forse), in un mondo di umani.

Anche i saggi appaiono nella fatica letteraria di questo autore, da
prima abbiamo “Poetica italiana di frontiera negli anni 70” e “La mail
art scrive al domani” editi entrambi a cura del Centro di
documentazione di Pistoia, nel nuovo millennio è stato scritto
“NAZISLAM”, il titolo originale era “La IV guerra mondiale”, raccolta
di interventi dell’autore apparsi sulla stampa da dopo l’attacco alle
Torri Gemelle ad oggi, in chiave antislamica e filoccidentale. Poi
sono usciti due saggi su Tesla: “Nikola Tesla ~ un genio volutamente
dimenticato” e Nikola Tesla 2”, entrambi per le Edizioni della
Mirandola.

Tra le poesie apparse in maniera confusionaria sia su riviste che sul
web, voglio ricordare due haiku:



e dopo il plop

della rana che luce!

che meraviglia!



Questo era il primo, adesso ecco il secondo:


lunghi capelli

divide all’alba la

droga con Rudra



La poesia “Unheimlich” è presente su molte antologie ed è stata usata
all’interno di varie tesi di laurea. Di questa poesia perturbante
voglio proporre alcuni versi:


Lievita

dal panorama odierno, elettrico,

una follia tranquilla, verrebbe da dire

mentre ci fermiamo per cercar di comprendere la direzione

da usare in

una perturbante situazione con azioni sfuggite da qualche tempo

alla logica più razionale:

ogni spiegazione è giusto che debba arrendersi

com’essere sporgente al baratro, in fondo al baratro

c’è una bocca, un occhio, forse

un morto pezzo di cuore.



Un autore dunque, complesso e ancora da conoscere e da apprezzare. Un
autore che sta uscendo da quella nicchia di mercato che è la
“letteratura fantastica”. Nicchia piccola, confinante con la
fantascienza, piccola ma esigente e che ha dimostrato d’averlo saputo
apprezzare fin dalle sue più remote apparizioni.

Indiscrezioni di stampa, lo danno al lavoro su “Libro di sogni” testo
onirico basato proprio sui sogni dell’autore, un tema sul quale già si
sono cimentati sia Kerouac che Borges, che hanno dato alla luce libri
con lo stesso identico titolo. Ancora Vittorio Baccelli, in una
recente intervista ha dichiarato di volere editare una raccolta
comprendente tutti i suoi racconti integralmente rivisti e che saranno
oltre trecento.



Brandolino da Sant’Ilario (2008)





Interviste a Vittorio Baccelli:

- Paolo Birolini

- Mirella Floris

- Evidda

- Claudio Parentela

- Giampaolo Giampaoli

- Flavia Piccinni



Di lui hanno scritto:

- Bartolomeo di Monaco

- Claudio Marabini

- Flavio Ermini

- Massimo Barile

- Carlo Metzinger

- Maria Enza Giannetto

- Fulvio Castellani

- Pacifico Topa

- Simonetta De Bartolo
holden72
2008-05-14 22:27:58 UTC
Permalink
Post by vittorio
La nascita della formazione letteraria di Vittorio Baccelli, può
cut

Che sia la fine dell'utopia di wikipedia?

Holden

Continua a leggere su narkive:
Loading...